martedì 20 novembre 2012

Miserie Umane e Nuovi Orizzonti

E' trascorso un po' di tempo dall'ultima pubblicazione.
Lo ammetto, non sono assiduo come dovrei o vorrei essere.
Sono giorni burrascosi e l'animo è in subbuglio.
In lotta contro i fantasmi del presente che si rispecchiano in quelli del passato.
Ho una spiccata deformazione alla metafora ed alla trasposizione, lo riconosco.
Forse, perché gli eventi della vita, di ogni vita, si presentano irrimediabilmente ciclici e concentrici.
Ogni cerchio segue l'altro ed ognuno possiede il medesimo centro.


Come riflettere sulla mela di Guglielmo Tell ed il suo spaurito inserviente, cavia di un esperimento più grande del suo stesso coraggio.
La mela si spacca in due, grazie alla mira, all'abilità, al ragionamento, all'analisi ed alla fisica.
Rimane, però, un puro concetto teorico poiché quella stessa "mela" raramente tende a spaccarsi a meta. Preferibilmente si spacca a comando e verso la pendenza di chi tira con più forza o sarebbe più opportuno affermare...con più arroganza e...dissoluzione della propria anima.


Sono giorni amari.
Non solo personalmente parlando ma, al tempo stesso, generalmente ed inevitabilmente constatando ciò che la società propone come studiato stereotipo.
Ciò che la società offre come assuefazione.
Bombe "intelligenti" piovono su individui inermi.
Non mi soffermerò sulle solite sviolinate di vittime innocenti, soventemente in fasce...poiché rischierei di cadere nella solita propaganda.
Sarei, invece, lieto di concentrarmi sugli artefici: esecutori e decisori.

Entrambi protagonisti di un copione miserevole.

La miseria umana...?
Una tragedia annunciata o un canovaccio recitato improvvisando ?!?


Sono giorni topici questi! O forse no.
E' tutto solo abile e ficcante sceneggiatura e sceneggiata?

Un certo malessere aleggia infido tra i banchi, i ranghi, le lenzuola, sotto i tappeti. 
E questo malessere cova in rabbia, solitudine, impotenza nei confronti della grettezza individuale, intellettuale, culturale e sociale.
La miseria umana è un abisso oscuro. Un recondito anfratto della psiche. Un coacervo di emozioni e passioni selvagge che corrodono l'anima.
Un purgatorio eterno, intriso di attese ed afflizioni, di speranze disilluse, false aspettative, e verità artificiali.
La miseria umana sorprende sempre meravigliosamente e malvagiamente alle spalle.
Avida, superba, velenosa, collerica.
Si nutre melliflua dell'ingenuità della sua preda.
Sovente ci si lascia aggredire in modo incredibilmente inatteso, poiché lo spirito puro alberga invariabilmente nell'inconscio sopito.
Narcotizzato dalla subliminale arte dell'apparenza, dell'impostura e dalla raccapricciante opera menzognera dei signori della desolazione.

Non è più tempo (se mai lo sia stato) di affidare od affidarci pedissequamente ad altri nella lotta contro i soprusi, gli abusi e gli oltraggi alla dignità umana.
Farsi portavoce di un movimento di resistenza non può tradursi in un disarmate certificato in bianco lasciato per delega nelle mani di qualcun altro.
E' necessario riprendere in mano personalmente le redini della ns vita.
Gli indugi, ahimé, risultano quantomeno inopportuni.
Non è solo, a mio avviso, un fattore di credibilità ma anche una questione di coerenza, concretezza e sostenibilità di ogni ambizioso progetto di emancipazione, personale o collettiva e comunitaria.

Prendendo a prestito una metafora a me cara, dalle liriche di un famoso concept album dei Pink Floyd, si tratta qui di mettere un altro mattone nel muro.
Non quello della contrizione e demolizione sociale.
Dell'asservimento e della schiavitù "bonariamente" indotta.


Più testardamente e determinatamente, si tratta di alzare tutti insieme una barriera contro quella miseria che cresce, si espande e pertanto tenderà ad esplodere.
Il seguente filmato animato calza a pennello in quanto a genio e decadenza umana:


La staticità può rivelarsi un "cattivo pagatore" come un "negativo messaggero" od un "presagio nefasto".
Il non agire o reagire potrebbe tradursi presto o tardi in un'altrettanta miserevole dichiarazione di sconfitta.

Ben venga la riflessione e l'analisi.
Ben venga l'attivismo personale.
Ben venga l'introspezione e la sensibilizzazione altrui.
Senza mai dimenticare che, purtroppo, la miseria alberga ovunque e se verranno a mancare la condivisione con l'altro, un progetto comune e comunitario, l'amicizia solidale e disinteressata e la passione sincera e non morbosa... allora ci ritroveremmo di fronte al solito matrimonio fallito.
Un matrimonio fallito con la ns coscienza e conseguenzialmente con il ns prossimo.

Un saluto,
Elmoamf

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